INTOLLERANZE ALIMENTARI
INTOLLERANZE ALIMENTARI
Le intolleranze alimentari rappresentano uno degli argomenti più vastamente discussi e trattati sia in ambito medico che naturopatico. Mentre per molti aspetti, caratteristiche e protocolli di trattamento di pertinenza naturopatica esiste una scarsa conoscenza da parte del vasto pubblico, è difficile oggi trovare una persona che non abbia mai sentito parlare delle intolleranze o che non abbia mai notato un'insegna in farmacia o in erboristeria che segnali la possibilità di effettuare un test.
Vediamo quindi in ordine di importanza di rispondere a quelle che possono essere le domande più ovvie che la persona comune potrà porsi a riguardo.
Poiché spesso queste sono confuse con le allergie è necessario chiarire entrambe. L'allergia è una reazione immediata ad una sostanza (alimentare o meno) che scatena una ben precisa reazione da parte del sistema immunitario con la produzione di specifici anticorpi chiamati immunoglobuline di tipo E cioè IgE. Tale reazione del sistema immunitario comporta anche la liberazione di istamina che dà le note reazioni rilevabili ad esempio in chi in primavera starnutisce spesso e ha occhi arrossati e pruriginosi.
Le intolleranze sono alquanto diverse in quanto non necessariamente coinvolgono una reazione da parte del sistema immunitario (S.I.) anche se in molte delle intolleranze è presente una iper-reazione del S.I.
In termini più semplici l'intolleranza alimentare è una cattiva tolleranza a quell'alimento cioè quell'alimento fa più male che bene e questo è il concetto più semplice e corretto di intolleranza. Questo effetto negativo può essere determinato da una reazione del sistema immunitario ma anche da altri fattori: la biofrequenza ad effetto negativo dell'alimento sull'organismo secondo il concetto di funzionamento del prodotto omeopatico ma in senso opposto, la carica tossinica eccessiva dell'alimento in relazione alle diverse capacità individuali di detossificazione ed una carenza enzimatica che non consente la corretta digestione dell'alimento. Per schematizzare seguono le cinque principali modalità di reazione di intolleranza al cibo:
1) Reazione anomala non di tipo allergico del sistema immunitario a quell'alimento con produzione di immuno-globuline di tipo IgG. Ciò include la celiachia in cui si verifica anche una produzione eccessiva di IgA oltre che di IgG.
Le intolleranze alimentari rappresentano uno degli argomenti più vastamente discussi e trattati sia in ambito medico che naturopatico. Mentre per molti aspetti, caratteristiche e protocolli di trattamento di pertinenza naturopatica esiste una scarsa conoscenza da parte del vasto pubblico, è difficile oggi trovare una persona che non abbia mai sentito parlare delle intolleranze o che non abbia mai notato un'insegna in farmacia o in erboristeria che segnali la possibilità di effettuare un test.
Vediamo quindi in ordine di importanza di rispondere a quelle che possono essere le domande più ovvie che la persona comune potrà porsi a riguardo.
Cosa sono le intolleranze?
Poiché spesso queste sono confuse con le allergie è necessario chiarire entrambe. L'allergia è una reazione immediata ad una sostanza (alimentare o meno) che scatena una ben precisa reazione da parte del sistema immunitario con la produzione di specifici anticorpi chiamati immunoglobuline di tipo E cioè IgE. Tale reazione del sistema immunitario comporta anche la liberazione di istamina che dà le note reazioni rilevabili ad esempio in chi in primavera starnutisce spesso e ha occhi arrossati e pruriginosi.
Le intolleranze sono alquanto diverse in quanto non necessariamente coinvolgono una reazione da parte del sistema immunitario (S.I.) anche se in molte delle intolleranze è presente una iper-reazione del S.I.
In termini più semplici l'intolleranza alimentare è una cattiva tolleranza a quell'alimento cioè quell'alimento fa più male che bene e questo è il concetto più semplice e corretto di intolleranza. Questo effetto negativo può essere determinato da una reazione del sistema immunitario ma anche da altri fattori: la biofrequenza ad effetto negativo dell'alimento sull'organismo secondo il concetto di funzionamento del prodotto omeopatico ma in senso opposto, la carica tossinica eccessiva dell'alimento in relazione alle diverse capacità individuali di detossificazione ed una carenza enzimatica che non consente la corretta digestione dell'alimento. Per schematizzare seguono le cinque principali modalità di reazione di intolleranza al cibo:
1) Reazione anomala non di tipo allergico del sistema immunitario a quell'alimento con produzione di immuno-globuline di tipo IgG. Ciò include la celiachia in cui si verifica anche una produzione eccessiva di IgA oltre che di IgG.
2) Altro tipo di reazione da parte del sistema immunitario come quella mediata dalle citochine BAFF e PAF (molecole che dettano una certa reazione infiammatoria da parte del sistema immunitario)o come quella rilevata dal test citotossico.
3) Reazione anomala dell'organismo all'alimento misurabile in qualità di interferenza bioenergetica.
4) Reazione negativa di tipo biochimico all'alimento, esempio classico: il caffè.
5) Carenza o mancanza di enzimi.
Quest'ultimo è il caso dell'intolleranza al lattosio per una deficienza completa o parziale dell'enzima lattasi necessario per metabolizzare correttamente lo zucchero contenuto nel latte. L'intolleranza al lattosio è quindi ben diversa dall'intolleranza al latte e latticini come evidenziato dai vari test di intolleranze alimentari poiché in genere quest'ultime sono rappresentate da una reazione anomala del sistema immunitario alle proteine del latte - caseina e lactalbumina. Uno può quindi essere intollerante al lattosio per una carenza genetica dell'enzima lattasi ed anche intollerante alle proteine del latte, ma sono due cose separate e non hanno influenza reciproca.
Avere delle intolleranze non trattate detto in termini molto semplici ma corrispondenti alla realtà dei fatti, vuol dire assumere giornalmente delle sostanze tossiche che alla lunga avranno effetti negativi sull'intestino, stomaco, fegato, metabolismo, sistema endocrino, sistema immunitario e tutto ciò che ne può derivare come conseguenza. Ci possono essere effetti relativamente rapidi (dalle 2 fino a 72 ore dopo l'ingestione) perché chiaramente percepiti dalla persona:
-mal di testa
-stanchezza
-costipazione
-diarrea
-flatulenza
-palpitazioni
-extrasistoli
-difficoltà di concentrazione
-muco eccessivo
Ma anche conseguenze più a lungo termine:
-sovrappeso
-ritenzione idrica
-gastrite
-malattie infiammatorie intestinali
-emorroidi
-prurito
-acne
-dermatiti
-malattie autoimmuni
-depressione
-stanchezza cronica
-scarsa memoria
-irritabilità
-sinusite
-catarro bronchiale
-asma
Tali malattie o disturbi spesso sono generate da cause multifattoriali di cui le intolleranze alimentari posso essere una delle cause principali. Nel caso delle malattie autoimmuni ad esempio le intolleranze possono rappresentare una causa molto importante se non la più importante in quanto l'iper-reattività del sistema immunitario in tali patologie può essere scatenata proprio da un eccessivo lavoro dello stesso a livello intestinale dove si concentra il 70% di tutte le nostre difese.
Considerando tutti i disturbi e le malattie menzionate possiamo dire che tali effetti non sono immediati in quanto possono volerci anni prima che si determini una depressione o una colite ulcerosa, tutto dipende da quando insorgono e dalla gravità con la quale si sviluppano. Possono iniziare a vent'anni oppure a sessanta. L'età di sviluppo delle intolleranze tende ad abbassarsi sempre di più poiché i bambini oggi sono sottoposti ad un carico tossinico sempre maggiore a causa dell'inquinamento e dell'alimentazione carica di conservanti, coloranti ecc.
Altra domanda logica che uno può porsi, magari anche nella sua forma più diretta: perché io dovrei avere delle intolleranze? Abbiamo già iniziato a rispondere ma vediamo i fattori principali che possono determinare una condizione di intolleranza verso gli alimenti:
1) Masticazione inadeguata.
2) Ipocloridria: carenza di acido cloridrico nello stomaco.
3) Carenza enzimatica del pancreas
4) Permeabilità intestinale tenendo in considerazione tutte le cause possibili: intestino infiammato, candida, parassiti, disbiosi, stress ecc.
5) Stress poiché causa infiammazione cronica nell'intestino ed indebolimento del sistema immunitario.
6) Uso di antinfiammatori non steroidei o di antibiotici.
7) Alimentazione pro-infiammatoria (Mc Donald, grassi animali, grassi trans) o alimenti troppo raffinati.
8) Ripetitività dell'alimentazione (ad esempio briosce tutte le mattine o pasta di grano tre - quattro volte la settimana da venti anni)
9) Conservanti, coloranti e sostanze chimiche aggiunte al cibo
10) Difficoltà genetica del fegato ad eliminare tossine (più frequente di quanto si pensi anche nelle persone in salute)
11) Carenze di nutrienti necessari al corretto funzionamento del sistema immunitario. In particolare vitamine e minerali ma anche aminoacidi ed omega 3.
Come è facile verificare si tratta di fattori presenti a gradi diversi nella vita di ciascuno di noi ed infatti sottoponendo le persone a test affidabili di intolleranza l'esperienza dimostra che è quasi impossibile trovare persone che non abbiano intolleranze. Qual'è dunque il metro di misura per stabilire la necessità o meno di affrontare e risolvere le proprie intolleranze? Un'affermazione probabilmente corretta potrebbe essere: " se non sono affetto da malattie, da disturbi della salute (costipazione, mal di testa ecc), ho un buon livello di energia, dormo bene ed il mio umore è soddisfacente, posso evitare di affrontare l'argomento a meno che non mi interessi a livello preventivo". In caso contrario è consigliabile fare un test per sapere quali cibi agiscono su di noi come veleni o come elementi tossici determinando o peggiorando eventuali disturbi o malattie. Ciò porta alla prossima domanda:
Vediamo quali sono al momento le possibilità disponibili. Il test che si vede con maggior frequenza nelle erboristerie ed in ambito naturopatico è il vega-test che si esegue misurando il cambiamento del campo elettrico del corpo a seconda dell'interferenza generata dall'alimento. Tale test a detta degli stessi operatori è poco affidabile in quanto vi sono troppe variabili che influenzano i risultati: il sudore della pelle, la condizione ambientale, l'umore della persona, ciò che ha mangiato di recente, la bravura dell'operatore ecc . Quindi si tratta di un esame che non passa il test della ripetibilità.
3) Reazione anomala dell'organismo all'alimento misurabile in qualità di interferenza bioenergetica.
4) Reazione negativa di tipo biochimico all'alimento, esempio classico: il caffè.
5) Carenza o mancanza di enzimi.
Quest'ultimo è il caso dell'intolleranza al lattosio per una deficienza completa o parziale dell'enzima lattasi necessario per metabolizzare correttamente lo zucchero contenuto nel latte. L'intolleranza al lattosio è quindi ben diversa dall'intolleranza al latte e latticini come evidenziato dai vari test di intolleranze alimentari poiché in genere quest'ultime sono rappresentate da una reazione anomala del sistema immunitario alle proteine del latte - caseina e lactalbumina. Uno può quindi essere intollerante al lattosio per una carenza genetica dell'enzima lattasi ed anche intollerante alle proteine del latte, ma sono due cose separate e non hanno influenza reciproca.
Perché è importante conoscere e risolvere le proprie intolleranze alimentari?
Avere delle intolleranze non trattate detto in termini molto semplici ma corrispondenti alla realtà dei fatti, vuol dire assumere giornalmente delle sostanze tossiche che alla lunga avranno effetti negativi sull'intestino, stomaco, fegato, metabolismo, sistema endocrino, sistema immunitario e tutto ciò che ne può derivare come conseguenza. Ci possono essere effetti relativamente rapidi (dalle 2 fino a 72 ore dopo l'ingestione) perché chiaramente percepiti dalla persona:
-mal di testa
-stanchezza
-costipazione
-diarrea
-flatulenza
-palpitazioni
-extrasistoli
-difficoltà di concentrazione
-muco eccessivo
Ma anche conseguenze più a lungo termine:
-sovrappeso
-ritenzione idrica
-gastrite
-malattie infiammatorie intestinali
-emorroidi
-prurito
-acne
-dermatiti
-malattie autoimmuni
-depressione
-stanchezza cronica
-scarsa memoria
-irritabilità
-sinusite
-catarro bronchiale
-asma
Tali malattie o disturbi spesso sono generate da cause multifattoriali di cui le intolleranze alimentari posso essere una delle cause principali. Nel caso delle malattie autoimmuni ad esempio le intolleranze possono rappresentare una causa molto importante se non la più importante in quanto l'iper-reattività del sistema immunitario in tali patologie può essere scatenata proprio da un eccessivo lavoro dello stesso a livello intestinale dove si concentra il 70% di tutte le nostre difese.
Considerando tutti i disturbi e le malattie menzionate possiamo dire che tali effetti non sono immediati in quanto possono volerci anni prima che si determini una depressione o una colite ulcerosa, tutto dipende da quando insorgono e dalla gravità con la quale si sviluppano. Possono iniziare a vent'anni oppure a sessanta. L'età di sviluppo delle intolleranze tende ad abbassarsi sempre di più poiché i bambini oggi sono sottoposti ad un carico tossinico sempre maggiore a causa dell'inquinamento e dell'alimentazione carica di conservanti, coloranti ecc.
Perché l'argomento delle intolleranze dovrebbe riguardarmi?
Altra domanda logica che uno può porsi, magari anche nella sua forma più diretta: perché io dovrei avere delle intolleranze? Abbiamo già iniziato a rispondere ma vediamo i fattori principali che possono determinare una condizione di intolleranza verso gli alimenti:
1) Masticazione inadeguata.
2) Ipocloridria: carenza di acido cloridrico nello stomaco.
3) Carenza enzimatica del pancreas
4) Permeabilità intestinale tenendo in considerazione tutte le cause possibili: intestino infiammato, candida, parassiti, disbiosi, stress ecc.
5) Stress poiché causa infiammazione cronica nell'intestino ed indebolimento del sistema immunitario.
6) Uso di antinfiammatori non steroidei o di antibiotici.
7) Alimentazione pro-infiammatoria (Mc Donald, grassi animali, grassi trans) o alimenti troppo raffinati.
8) Ripetitività dell'alimentazione (ad esempio briosce tutte le mattine o pasta di grano tre - quattro volte la settimana da venti anni)
9) Conservanti, coloranti e sostanze chimiche aggiunte al cibo
10) Difficoltà genetica del fegato ad eliminare tossine (più frequente di quanto si pensi anche nelle persone in salute)
11) Carenze di nutrienti necessari al corretto funzionamento del sistema immunitario. In particolare vitamine e minerali ma anche aminoacidi ed omega 3.
Come è facile verificare si tratta di fattori presenti a gradi diversi nella vita di ciascuno di noi ed infatti sottoponendo le persone a test affidabili di intolleranza l'esperienza dimostra che è quasi impossibile trovare persone che non abbiano intolleranze. Qual'è dunque il metro di misura per stabilire la necessità o meno di affrontare e risolvere le proprie intolleranze? Un'affermazione probabilmente corretta potrebbe essere: " se non sono affetto da malattie, da disturbi della salute (costipazione, mal di testa ecc), ho un buon livello di energia, dormo bene ed il mio umore è soddisfacente, posso evitare di affrontare l'argomento a meno che non mi interessi a livello preventivo". In caso contrario è consigliabile fare un test per sapere quali cibi agiscono su di noi come veleni o come elementi tossici determinando o peggiorando eventuali disturbi o malattie. Ciò porta alla prossima domanda:
E' possibile misurare le intolleranze in modo pratico, economico, preciso e sicuro ?
Vediamo quali sono al momento le possibilità disponibili. Il test che si vede con maggior frequenza nelle erboristerie ed in ambito naturopatico è il vega-test che si esegue misurando il cambiamento del campo elettrico del corpo a seconda dell'interferenza generata dall'alimento. Tale test a detta degli stessi operatori è poco affidabile in quanto vi sono troppe variabili che influenzano i risultati: il sudore della pelle, la condizione ambientale, l'umore della persona, ciò che ha mangiato di recente, la bravura dell'operatore ecc . Quindi si tratta di un esame che non passa il test della ripetibilità.
Il vega test inoltre è alquanto impegnativo poiché ogni singolo alimento deve essere misurato sulla persona con degli elettrodi. Come vantaggio è facilmente reperibile ed il costo è relativamente basso.
Un esame delle intolleranze che passa il test di ripetibilità è l'E.L.I.S.A test delle IgG alimentari. E' molto costoso, misura solo un tipo di intolleranza quella immunitaria ma la misura con precisione. Può però escludere intolleranze molto importanti come quella al caffè che può non risultare da questo test ma essere molto presente e nociva. E' possibile effettuare questo test (il più vicino agli esami della medicina ufficiale) facendosi spedire il kit necessario chiamando il numero 800422978. A Bergamo è possibile effettuare questo test alla Sanità San Marco in piazza della Repubblica.
Un altro test interessante è il "Recaller" disponibile in molte farmacie che misura anche i livelli di BAFF e PAF (oltre alle IgG) determinate dagli alimenti. Il vantaggio di questo test è che si tratta di un passo in avanti rispetto alla misurazione delle sole IgG. Ha però anch'esso alcuni svantaggi: sono pochi gli alimenti che risultano intolleranti rispetto a quanti effettivamente causano reazioni negative, inoltre i programma redatti dal test così fatto considerano le categorie alimentari e non differenziano alimento da alimento.
Di recente si è verificata una sinergia intelligente tra fisica quantistica, calcoli ed algoritmi matematici avanzati, la scoperta delle metasostanze che amplificano le emissioni di frequenze da un reperto biologico (i capelli o la saliva) e una nuova tecnologia che è in grado di ricevere queste biofrequenze nella loro forma completa quadridimensionale rispetto ai normali strumenti di oggi che lavorano sulla lettura bi-dimensionale delle frequenze. Quest'ultimo punto è importante per individuare con maggior precisione il gruppo preciso di frequenze collegate ad un alimento con il risultato di rendere il test molto più preciso. Tale test è stato verificato dall'ASL con una percentuale di ripetibilità del 94% rendendolo alquanto attendibile. E' un test che consente la valutazione di circa 600 alimenti. Altro vantaggio è il costo relativamente basso.
E' possibile effettuare tale test a distanza qui.
Un esame delle intolleranze che passa il test di ripetibilità è l'E.L.I.S.A test delle IgG alimentari. E' molto costoso, misura solo un tipo di intolleranza quella immunitaria ma la misura con precisione. Può però escludere intolleranze molto importanti come quella al caffè che può non risultare da questo test ma essere molto presente e nociva. E' possibile effettuare questo test (il più vicino agli esami della medicina ufficiale) facendosi spedire il kit necessario chiamando il numero 800422978. A Bergamo è possibile effettuare questo test alla Sanità San Marco in piazza della Repubblica.
Un altro test interessante è il "Recaller" disponibile in molte farmacie che misura anche i livelli di BAFF e PAF (oltre alle IgG) determinate dagli alimenti. Il vantaggio di questo test è che si tratta di un passo in avanti rispetto alla misurazione delle sole IgG. Ha però anch'esso alcuni svantaggi: sono pochi gli alimenti che risultano intolleranti rispetto a quanti effettivamente causano reazioni negative, inoltre i programma redatti dal test così fatto considerano le categorie alimentari e non differenziano alimento da alimento.
Di recente si è verificata una sinergia intelligente tra fisica quantistica, calcoli ed algoritmi matematici avanzati, la scoperta delle metasostanze che amplificano le emissioni di frequenze da un reperto biologico (i capelli o la saliva) e una nuova tecnologia che è in grado di ricevere queste biofrequenze nella loro forma completa quadridimensionale rispetto ai normali strumenti di oggi che lavorano sulla lettura bi-dimensionale delle frequenze. Quest'ultimo punto è importante per individuare con maggior precisione il gruppo preciso di frequenze collegate ad un alimento con il risultato di rendere il test molto più preciso. Tale test è stato verificato dall'ASL con una percentuale di ripetibilità del 94% rendendolo alquanto attendibile. E' un test che consente la valutazione di circa 600 alimenti. Altro vantaggio è il costo relativamente basso.
E' possibile effettuare tale test a distanza qui.
Risultati e testimonianze.
Nel libro "Optimal Wellness" di Ralph Golan M.D. si contano oltre 150 sintomi o condizioni collegate alle intolleranze alimentari, praticamente in tutti i distretti e apparati del corpo umano, dai problemi di memoria e concentrazione alle vaginiti croniche.
Intolleranze alimentari vuol dire un processo cronico infiammatorio che può migrare in altre parti dell'organismo dando luogo a notevoli disturbi. Reazioni anomale derivate dalle intolleranze alimentari possono scatenare reazioni crociate con tessuti organici del proprio corpo e quindi malattie autoimmuni di cui la più frequente l'artrite reumatoide. Secondo alcune ricerche il 50% della popolazione soffre di vari livelli di intolleranze alimentari.
E' essenziale essere consapevoli di ciò poiché grazie ad un intervento corretto si può ad esempio evitare ad un asmatico le sue crisi peggiori, semplicemente lavorando sulle intolleranze, eliminando alimenti reattivi che possono scatenare reazioni crociate nei polmoni. Lo stesso vale per dermatiti di tipo allergico e per qualunque patologia del sistema immunitario. In tali condizioni la soluzione delle intolleranze alimentari è un imperativo.
Un fattore peggiorativo del problema è che se l'intolleranza si sviluppa spesso a causa di un intestino infiammato o comunque danneggiato, la stessa reazione contro l'alimento causa un peggioramento dello stato infiammatorio. Quindi le intolleranze non curate tendono a peggiorare da sole verso una spirale discendente che porta ad ulteriori disturbi e malattie.
Il concetto di intolleranza alimentare è legato al concetto di permeabilità intestinale. Quest'ultimo fenomeno è una delle cause principali delle intolleranze, si tratta di un collegamento tra le cellule dell'epitelio superficiale dell'intestino non più "stretto" ma lasso come le maglie di un passino che si usa per filtrare tè o tisane; se la maglie si allargano passano anche pezzettini di tè che non dovevano passare. Nell'intestino ciò si traduce nel fatto che peptidi o macro-molecole di alimenti non completamente scomposti entrano direttamente nel circolo sanguigno scatenando la reazione del sistema immunitario poiché non essendo utilizzabili dall'organismo, vengono considerati come nemici da combattere. Questo fenomeno tende a peggiorare le intolleranze che a loro volta infiammando l'intestino peggiorano la permeabilità intestinale.
Da ciò ne deriva che non è sufficiente fare il test eliminando gli alimenti a cui si è intollerante; bisogna anche risolvere la permeabilità intestinale con un adeguato programma.
Trattamento per le intolleranze alimentari:
1) Effettuare il test di intolleranze.
2) Programma alimentare da un terapeuta competente con esclusione totale degli alimenti più intolleranti per tre-sei mesi e re-introduzione molto graduale al termine.
3) Completo programma intestinale in tre fasi.
4) Nel caso in cui si sospetti candida o parassiti (ad esempio a causa di prurito anale o problemi autoimmuni) è opportuno attuare il programma completo per candida o parassiti. In caso di dubbio è meglio farlo che non farlo per evitare il rischio di un impegno e sacrificio per poi ritornare in breve alle condizioni originarie a causa di una candida latente ma presente.
5) Programma finale di mantenimento
Facendo solamente il test e seguendo il relativo piano alimentare senza curare la mucosa intestinale il rischio è che la persona dopo alcuni mesi risulterà intollerante anche ai nuovi alimenti inseriti dopo il test. Ciò è dovuto al fatto che le cause che hanno determinato l'insorgere delle intolleranze non sono state risolte.
Ulteriori informazioni:
Nel libro "Optimal Wellness" di Ralph Golan M.D. si contano oltre 150 sintomi o condizioni collegate alle intolleranze alimentari, praticamente in tutti i distretti e apparati del corpo umano, dai problemi di memoria e concentrazione alle vaginiti croniche.
Intolleranze alimentari vuol dire un processo cronico infiammatorio che può migrare in altre parti dell'organismo dando luogo a notevoli disturbi. Reazioni anomale derivate dalle intolleranze alimentari possono scatenare reazioni crociate con tessuti organici del proprio corpo e quindi malattie autoimmuni di cui la più frequente l'artrite reumatoide. Secondo alcune ricerche il 50% della popolazione soffre di vari livelli di intolleranze alimentari.
E' essenziale essere consapevoli di ciò poiché grazie ad un intervento corretto si può ad esempio evitare ad un asmatico le sue crisi peggiori, semplicemente lavorando sulle intolleranze, eliminando alimenti reattivi che possono scatenare reazioni crociate nei polmoni. Lo stesso vale per dermatiti di tipo allergico e per qualunque patologia del sistema immunitario. In tali condizioni la soluzione delle intolleranze alimentari è un imperativo.
Un fattore peggiorativo del problema è che se l'intolleranza si sviluppa spesso a causa di un intestino infiammato o comunque danneggiato, la stessa reazione contro l'alimento causa un peggioramento dello stato infiammatorio. Quindi le intolleranze non curate tendono a peggiorare da sole verso una spirale discendente che porta ad ulteriori disturbi e malattie.
Il concetto di intolleranza alimentare è legato al concetto di permeabilità intestinale. Quest'ultimo fenomeno è una delle cause principali delle intolleranze, si tratta di un collegamento tra le cellule dell'epitelio superficiale dell'intestino non più "stretto" ma lasso come le maglie di un passino che si usa per filtrare tè o tisane; se la maglie si allargano passano anche pezzettini di tè che non dovevano passare. Nell'intestino ciò si traduce nel fatto che peptidi o macro-molecole di alimenti non completamente scomposti entrano direttamente nel circolo sanguigno scatenando la reazione del sistema immunitario poiché non essendo utilizzabili dall'organismo, vengono considerati come nemici da combattere. Questo fenomeno tende a peggiorare le intolleranze che a loro volta infiammando l'intestino peggiorano la permeabilità intestinale.
Da ciò ne deriva che non è sufficiente fare il test eliminando gli alimenti a cui si è intollerante; bisogna anche risolvere la permeabilità intestinale con un adeguato programma.
Trattamento per le intolleranze alimentari:
1) Effettuare il test di intolleranze.
2) Programma alimentare da un terapeuta competente con esclusione totale degli alimenti più intolleranti per tre-sei mesi e re-introduzione molto graduale al termine.
3) Completo programma intestinale in tre fasi.
4) Nel caso in cui si sospetti candida o parassiti (ad esempio a causa di prurito anale o problemi autoimmuni) è opportuno attuare il programma completo per candida o parassiti. In caso di dubbio è meglio farlo che non farlo per evitare il rischio di un impegno e sacrificio per poi ritornare in breve alle condizioni originarie a causa di una candida latente ma presente.
5) Programma finale di mantenimento
Facendo solamente il test e seguendo il relativo piano alimentare senza curare la mucosa intestinale il rischio è che la persona dopo alcuni mesi risulterà intollerante anche ai nuovi alimenti inseriti dopo il test. Ciò è dovuto al fatto che le cause che hanno determinato l'insorgere delle intolleranze non sono state risolte.
Facendo tutti i gradini indicati è possibile tenere sotto controllo il problema delle intolleranze alimentari per tutta la vita con conseguenze positive per la salute e longevità della persona.
E' possibile essere seguiti a livello nutrizionale contattando lo studio tramite mail: studion.mbn@gmail.com o per telefono al 335-7926742.