GASTROENTEROLOGIA INTEGRATA - UN NUOVO APPROCCIO AL MORBO DI CROHN E RETTO COLITE ULCEROSA
La maggior parte dei malati di morbo Crohn o RCU inizialmente – all'esordio della malattia – si affida giustamente con la massima fiducia alla medicina ufficiale nella ragionevole convinzione che in tale ambito si trovino le risposte migliori e le più efficaci. E' logico affidarsi ai professionisti della materia; se vogliamo ristrutturare un appartamento chiamiamo un architetto, se vogliamo riparare la macchina andiamo dal meccanico, se vogliamo curare il crohn o la RCU ci rivolgiamo al gastroenterologo.
Lo stesso fu per il sottoscritto quando nel 1987 mi fu diagnosticato un probabile Crohn la cui evoluzione fu poi quella di una malattia molto aggressiva, stenosizzante e fistolizzante con una fistola tra intestino e vescica. Ed infatti mi affidai al 100% alla medicina ufficiale. Neanche lontanamente mi venne l'dea di affidarmi ad altre terapie.
Ma dopo una inutile cura cortisonica ed uno stato di sofferenza, fui operato nel 1990 con resezione dell'ultimo tratto ileale più valvola ileo-cecale (in totale 45 cm) e mi fu detto:
“ora sei in remissione ma si prevede statisticamente che tra circa due anni la malattia comincerà a ripresentarsi con i suoi sintomi. A quel punto torna da noi e con il cortisone (a quel tempo i biologici non esistevano ancora) cercheremo di controllare il più a lungo possibile la malattia fino a che non si renderà nuovamente necessaria una nuova operazione”
Prospettiva non proprio allettante! Effettivamente per due anni non ebbi i sintomi del Crohn anche se non stavo benissimo, poi dopo due anni quasi esatti cominciai a riavere gli stessi sintomi fortemente debilitanti di questa malattia con diarrea, febbre bassa ma costante, dolori intestinali, insonnia e debilitazione fisica. L'incubo si stava per ripresentare con tutte le sue sfaccettature e conseguenze negative in tutti gli aspetti della vita; relazioni personali, lavoro, sofferenza, scarsa soddisfazione generale nel vivere ecc. Le uniche cure possibili sarebbero state più cortisone e poi altre operazioni di resezione chirurgica.
L'ospedale dove ero stato operato, era noto per essere all'avanguardia per le malattie gastroenteriche, per cui le mie conclusioni furono che era necessario cercare altre vie alternative non avendo alcuna intenzione di vivere una non vita decurtata e dimezzata tra le sofferenze ed i dolori. Per conto mio cominciai a studiare e ad approfondire le funzioni di alcune vitamine all'interno dell'organismo ed arrivai alla conclusione che un preciso protocollo vitaminico in determinate quantità mi avrebbe aiutato. La mia speranza era di poter almeno bloccare o rallentare il riacutizzarsi dei sintomi peggiori e così iniziai ad assumerle.
Ciò che avvenne nei seguenti sette giorni fu qualcosa di stupefacente. Giorno dopo giorno sentivo i sintomi diminuire, l'energia e la vita ritornare! La sensazione fu meravigliosa poiché, mentre l'intera struttura sanitaria mi diceva da anni che non esisteva alcuna via di uscita per questa malattia cronica, nell'arco di una settimana tutti i sintomi erano spariti e da allora non ho mai più avuto bisogno di cortisone ne di biologici ne di operazioni essendo ora in totale remissione da anni anche grazie anche ad ulteriori programmi che ho successivamente sviluppato per risolvere le cause che stanno alla base della malattia e che sono ora incardinati nei protocolli naturopatici per le MICI.
Il primo gradino verso la risoluzione della mia malattia era stato conseguito e fu una grande soddisfazione e vittoria. Il riuscire a risolvere un problema di salute così importante che avrebbe completamente devastato la qualità della mia vita se il peggioramento fosse aumentato (urinare feci, stanchezza cronica severa, diarrea e dolori continui) , è stata una delle sensazioni più belle che la vita mi ha regalato. Anche perchè ero giovane, avevo 29 anni e sentivo che in qualche modo avevo salvato la mia vita. Per questo motivo i miei studi e soprattutto la mia passione si sono rivolti verso la medicina e la naturopatia alla ricerca di una soluzione che aiutasse non solo me ma anche tutti coloro che come me si erano trovati nel girone infernale delle malattie infiammatorie croniche intestinali senza un'apparente via di uscita. Il mio obittivo divenne: fare in modo che anche altri malati potessero uscire da questo girone infernale così come ne ero uscito io.
Torniamo ora alla medicina ufficiale a cui giustamente ci si rivolge quando si è malati e nello specifico con una malattia infiammatoria cronica intestinale.
Oggettivamente e senza pregiudizi, quali sono i risultati ottenibili oggi con i trattamenti farmacologici ufficiali?
Indagando sull'argomento si vedono percentuali interessanti, ad esempio da una review che ha coinvolto diversi dipartimenti di gastroenterologia svizzeri e francesi emerge che il cortisone funziona nell'80% dei casi ; 48% remissione totale e 32% risposta parziale.
Il problema è che queste percentuali apparentemente buone sono relative a miglioramenti a termine e di solito si tratta di spazi temporali brevi rispetto all'arco temporale di una vita. Ad esempio per il cortisone quell'80 48 e 32% sono tutti relativi al primo mese di trattamento (anche logico visto che il cortisone non può essere assunto per un lungo periodo). Più interessante quindi valutare i risultati dei biologici e qui faccio riferimento ad uno studio della Società Italiana di Farmacologia del 15-5-2019. In questo studio il 22% dei pazienti non ha risposto al trattamento con Infliximab, il 37% ha risposto ma sono ricaduti prima della 54° settimana. Alla 54° settimana non erano responsivi al trattamento il 61% dei pazienti su Infliximab ed il 67% di quelli con adalimumab. Quanto fosse responsivo il rimantene 39-33% questo lo studio non lo dice ma si può ipotizzare che vi fosse una gamma di condizioni diverse variabili tra remissione totale e miglioramento ma non risoluzione dei sintomi e marcatori infiammatori. Inoltre queste percentuali già basse si riferiscono a poco più di un anno. Lo stesso studio afferma alla fine:
“Questo studio, conferma che gli anti-TNF falliscono in un gran numero di pazienti affetti da malattia di Crohn”
Si potrebbero analizzare anche i risultati ottenibili con l'azatioprina ed i più recenti farmaci biologici come vedolizumab ed ustechimumab ma i risultati penso saranno gli stessi visto il racconto delle centinaia di malati insoddisfatti che si sono rivolti al mio studio negli ultimi 12 anni.
In sintesi ciò a cui stiamo per dare il via sarà una metodologia di collaborazione tra il mio studio di naturopatia gastroenterica ed il Dr Pietro Tonelli, che consentirà al paziente di ottenere il massimo beneficio ottenibile da un approccio farmacologico sensato, ragionato con la giusta considerazione degli effetti collaterali di biologici, azatioprina, cortisonici ecc. in sinergia con il massimo benefico ottenibile dai protocolli naturopatici per le MICI.
Il Dr Pietro Tonelli mi contattò per la prima volta nel 2013 (a quel tempo dirigente e chirurgo nel dipartimento di gastroenterologia dell'Ospedale Careggi a Firenze) e venne a trovarmi nel mio studio a Bergamo in quanto, osservando come spesso si ritrovasse a dover operare gli stessi pazienti, era giunto alla conclusione che la medicina ufficiale, tranne che per una minoranza di casi (ed anche questi solo fino a che non si fossero sviluppate reazioni avverse ai farmaci o assenza di efficacia) non offrisse una soluzione soddisfacente. Da li iniziò la nostra collaborazione che nel 2024 si svilupperà come appena esposto. Diversi articoli del Dr Pietro Tonelli e la sua visione tecnica e medica sulle malattie infiammatorie corniche intestinali sono disponibili in questo sito qui.
Cosa si intende nel nostro caso con gastroenterologia integrata? Significa integrare assieme l'approccio farmacologico e quello naturopatico con la sinergia ottimale tra i due trattamenti, fornendo la possibilità al paziente di essere seguito da un team medico-naturopata che tratterà la sua malattia o i suoi disturbi gastroenterici sia da un punto di vista medico che naturopatico.
Ad oggi i protocolli naturopatici consentono di conseguire risultati da buoni a ottimi in almeno l'85% dei casi. Come è possibile verificare tramite queste testimonianze sono moltissimi i malati che si sono avvalsi di tale opportunità per mettere sotto controllo una malattia che non riuscivano altrimenti a controllare.
Il problema che è però emerso frequentemente è il seguente: mentre i malati miglioravano attraverso i protocolli, la relazione con i medici e gastroenterologi che fino ad allora avevano seguito il paziente o la paziente diventava difficilmente gestibile poichè loro non erano più in grado di gestire il paziente considerando che stava migliorando non grazie ai farmaci che loro avevano prescritto (e che i pazienti spesso non assumevano) ma grazie ai protocolli naturopatici. In tali situazioni possono emergere e sono in effetti emerse, condizioni sgradevoli di difficile gestione che vanno da un rapporto difficile ma ancora gestibile con i medici ad una totale conflittualità in cui il medico intima perentoriamente “o lei segue le nostre cure oppure dovrà rivolgersi ad un altro ospedale”, frase che mi è stata riferita da diversi malati che poi per poter continuare a seguire i protocolli naturopatici e quindi per poter stare meglio hanno dovuto rivolgersi altrove per essere seguiti a livello medico.
Senza contare il fatto che i due trattamenti quello farmacologico se ancora necessario, e quello naturopatico, non andavano più di pari passo. Ad esempio il malato va in remissione grazie ai protocolli naturopatici ma il gastroenterologo non ha alcuna intenzione di togliere il biologico in quanto dal suo punto di vista è il farmaco che ha portato alla remissione e che quindi deve essere continuato. Con ciò omettendo di considerare che il biologico stava fallendo con peggioramento dei sintomi che poi sono migliorati solo con l'avvio dell'approccio naturopatico come mi è capitato di riscontrare in diversi casi.
Quindi ecco la discrasia ed il problema: il malato si ritrova da un lato felice e finalmente speranzoso per lo stato di remissione raggiunto o per i miglioramenti conseguiti ma dall'altro lato con un problema nel riuscire a farsi seguire a livello di monitoraggio medico tramite gli esami giusti e correttamente cadenzati nel tempo e con una corretta terapia medica (o assenza della stessa). A volte innescando conflitti con i medici poco piacevoli.
Ciò fra l'altro è abbastanza paradossale se consideriamo che i medici i quali hanno fatto il giuramento di Ippocrate, dovrebbero essere i primi a felicitarsi per le migliorate condizioni dei loro pazienti al posto di osteggiarli riguardo ad un percorso che sta dando loro miglioramenti tangibili.
Non sempre questa è la situazione in cui si ritrova il malato; sono rari ma mi sono stati riportati anche commenti da parte di gastroenterologi del tipo “bene! se il programma naturopatico funziona continui pure!” ebbene tanto di cappello direi; qui siamo di fronte a medici intelligenti che ragionano in maniera razionale, sana e nell'interesse del loro paziente. In tale atmosfera collaborativa non vi è quindi alcuna difficoltà per il paziente nel seguire i protocolli naturopatici. Si tratta però di una minoranza, per tutti gli altri era necessaria una soluzione che consentisse al malato di seguire i protocolli naturopatici ed al tempo stesso di essere seguito a livello medico in totale sintonia con i percorsi naturopatici. Qualcuno cioè che intervenisse con la prescrizione di farmaci laddove necessario con la dovuta considerazione degli effetti collaterali ed in totale coordinazione con l'approccio naturopatico conoscendo approfonditamente questi protocolli.
Non si è ancora stabilito il mese esatto ma all'inizio del 2024 il sottoscritto ed il Dr Pietro Tonelli daremo inizio a questa collaborazione per realizzare quella gastroenterologia integrata necessaria per ottenere i migliori risultati per il paziente che potrà quindi seguire i protocolli naturopatici in condizioni di massima serenità in quanto al contempo seguito anche a livello medico in maniera coordinata, sincronizzata ed in armonia. Ciò include essere seguiti con i giusti farmaci laddove necessario e con la capacità di ridurre o scalare o togliere gli stessi farmaci laddove sia la scelta corretta in base alle condizioni cliniche del paziente, in base ai marcatori infiammatori e con una consapevolezza medica circa il funzionamento ed efficacia dell'approccio naturopatico. Sta per iniziare un nuovo modo di trattare le malattie infiammatorie croniche intestinali.
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LA MIA ESPERIENZA CON IL MIO MORBO DI CROHN
Lo stesso fu per il sottoscritto quando nel 1987 mi fu diagnosticato un probabile Crohn la cui evoluzione fu poi quella di una malattia molto aggressiva, stenosizzante e fistolizzante con una fistola tra intestino e vescica. Ed infatti mi affidai al 100% alla medicina ufficiale. Neanche lontanamente mi venne l'dea di affidarmi ad altre terapie.
Ma dopo una inutile cura cortisonica ed uno stato di sofferenza, fui operato nel 1990 con resezione dell'ultimo tratto ileale più valvola ileo-cecale (in totale 45 cm) e mi fu detto:
“ora sei in remissione ma si prevede statisticamente che tra circa due anni la malattia comincerà a ripresentarsi con i suoi sintomi. A quel punto torna da noi e con il cortisone (a quel tempo i biologici non esistevano ancora) cercheremo di controllare il più a lungo possibile la malattia fino a che non si renderà nuovamente necessaria una nuova operazione”
Prospettiva non proprio allettante! Effettivamente per due anni non ebbi i sintomi del Crohn anche se non stavo benissimo, poi dopo due anni quasi esatti cominciai a riavere gli stessi sintomi fortemente debilitanti di questa malattia con diarrea, febbre bassa ma costante, dolori intestinali, insonnia e debilitazione fisica. L'incubo si stava per ripresentare con tutte le sue sfaccettature e conseguenze negative in tutti gli aspetti della vita; relazioni personali, lavoro, sofferenza, scarsa soddisfazione generale nel vivere ecc. Le uniche cure possibili sarebbero state più cortisone e poi altre operazioni di resezione chirurgica.
L'ospedale dove ero stato operato, era noto per essere all'avanguardia per le malattie gastroenteriche, per cui le mie conclusioni furono che era necessario cercare altre vie alternative non avendo alcuna intenzione di vivere una non vita decurtata e dimezzata tra le sofferenze ed i dolori. Per conto mio cominciai a studiare e ad approfondire le funzioni di alcune vitamine all'interno dell'organismo ed arrivai alla conclusione che un preciso protocollo vitaminico in determinate quantità mi avrebbe aiutato. La mia speranza era di poter almeno bloccare o rallentare il riacutizzarsi dei sintomi peggiori e così iniziai ad assumerle.
Ciò che avvenne nei seguenti sette giorni fu qualcosa di stupefacente. Giorno dopo giorno sentivo i sintomi diminuire, l'energia e la vita ritornare! La sensazione fu meravigliosa poiché, mentre l'intera struttura sanitaria mi diceva da anni che non esisteva alcuna via di uscita per questa malattia cronica, nell'arco di una settimana tutti i sintomi erano spariti e da allora non ho mai più avuto bisogno di cortisone ne di biologici ne di operazioni essendo ora in totale remissione da anni anche grazie anche ad ulteriori programmi che ho successivamente sviluppato per risolvere le cause che stanno alla base della malattia e che sono ora incardinati nei protocolli naturopatici per le MICI.
Il primo gradino verso la risoluzione della mia malattia era stato conseguito e fu una grande soddisfazione e vittoria. Il riuscire a risolvere un problema di salute così importante che avrebbe completamente devastato la qualità della mia vita se il peggioramento fosse aumentato (urinare feci, stanchezza cronica severa, diarrea e dolori continui) , è stata una delle sensazioni più belle che la vita mi ha regalato. Anche perchè ero giovane, avevo 29 anni e sentivo che in qualche modo avevo salvato la mia vita. Per questo motivo i miei studi e soprattutto la mia passione si sono rivolti verso la medicina e la naturopatia alla ricerca di una soluzione che aiutasse non solo me ma anche tutti coloro che come me si erano trovati nel girone infernale delle malattie infiammatorie croniche intestinali senza un'apparente via di uscita. Il mio obittivo divenne: fare in modo che anche altri malati potessero uscire da questo girone infernale così come ne ero uscito io.
QUALI RISULTATI DALLA MEDICINA UFFICIALE ORTODOSSA CON LE M.I.C.I.
Torniamo ora alla medicina ufficiale a cui giustamente ci si rivolge quando si è malati e nello specifico con una malattia infiammatoria cronica intestinale.
Oggettivamente e senza pregiudizi, quali sono i risultati ottenibili oggi con i trattamenti farmacologici ufficiali?
Indagando sull'argomento si vedono percentuali interessanti, ad esempio da una review che ha coinvolto diversi dipartimenti di gastroenterologia svizzeri e francesi emerge che il cortisone funziona nell'80% dei casi ; 48% remissione totale e 32% risposta parziale.
Il problema è che queste percentuali apparentemente buone sono relative a miglioramenti a termine e di solito si tratta di spazi temporali brevi rispetto all'arco temporale di una vita. Ad esempio per il cortisone quell'80 48 e 32% sono tutti relativi al primo mese di trattamento (anche logico visto che il cortisone non può essere assunto per un lungo periodo). Più interessante quindi valutare i risultati dei biologici e qui faccio riferimento ad uno studio della Società Italiana di Farmacologia del 15-5-2019. In questo studio il 22% dei pazienti non ha risposto al trattamento con Infliximab, il 37% ha risposto ma sono ricaduti prima della 54° settimana. Alla 54° settimana non erano responsivi al trattamento il 61% dei pazienti su Infliximab ed il 67% di quelli con adalimumab. Quanto fosse responsivo il rimantene 39-33% questo lo studio non lo dice ma si può ipotizzare che vi fosse una gamma di condizioni diverse variabili tra remissione totale e miglioramento ma non risoluzione dei sintomi e marcatori infiammatori. Inoltre queste percentuali già basse si riferiscono a poco più di un anno. Lo stesso studio afferma alla fine:
“Questo studio, conferma che gli anti-TNF falliscono in un gran numero di pazienti affetti da malattia di Crohn”
Si potrebbero analizzare anche i risultati ottenibili con l'azatioprina ed i più recenti farmaci biologici come vedolizumab ed ustechimumab ma i risultati penso saranno gli stessi visto il racconto delle centinaia di malati insoddisfatti che si sono rivolti al mio studio negli ultimi 12 anni.
QUALI BENEFICI PER IL PAZIENTE DA UNA NUOVA GASTROENTEROLGIA INTEGRATA
In sintesi ciò a cui stiamo per dare il via sarà una metodologia di collaborazione tra il mio studio di naturopatia gastroenterica ed il Dr Pietro Tonelli, che consentirà al paziente di ottenere il massimo beneficio ottenibile da un approccio farmacologico sensato, ragionato con la giusta considerazione degli effetti collaterali di biologici, azatioprina, cortisonici ecc. in sinergia con il massimo benefico ottenibile dai protocolli naturopatici per le MICI.
Il Dr Pietro Tonelli mi contattò per la prima volta nel 2013 (a quel tempo dirigente e chirurgo nel dipartimento di gastroenterologia dell'Ospedale Careggi a Firenze) e venne a trovarmi nel mio studio a Bergamo in quanto, osservando come spesso si ritrovasse a dover operare gli stessi pazienti, era giunto alla conclusione che la medicina ufficiale, tranne che per una minoranza di casi (ed anche questi solo fino a che non si fossero sviluppate reazioni avverse ai farmaci o assenza di efficacia) non offrisse una soluzione soddisfacente. Da li iniziò la nostra collaborazione che nel 2024 si svilupperà come appena esposto. Diversi articoli del Dr Pietro Tonelli e la sua visione tecnica e medica sulle malattie infiammatorie corniche intestinali sono disponibili in questo sito qui.
Cosa si intende nel nostro caso con gastroenterologia integrata? Significa integrare assieme l'approccio farmacologico e quello naturopatico con la sinergia ottimale tra i due trattamenti, fornendo la possibilità al paziente di essere seguito da un team medico-naturopata che tratterà la sua malattia o i suoi disturbi gastroenterici sia da un punto di vista medico che naturopatico.
Ad oggi i protocolli naturopatici consentono di conseguire risultati da buoni a ottimi in almeno l'85% dei casi. Come è possibile verificare tramite queste testimonianze sono moltissimi i malati che si sono avvalsi di tale opportunità per mettere sotto controllo una malattia che non riuscivano altrimenti a controllare.
Il problema che è però emerso frequentemente è il seguente: mentre i malati miglioravano attraverso i protocolli, la relazione con i medici e gastroenterologi che fino ad allora avevano seguito il paziente o la paziente diventava difficilmente gestibile poichè loro non erano più in grado di gestire il paziente considerando che stava migliorando non grazie ai farmaci che loro avevano prescritto (e che i pazienti spesso non assumevano) ma grazie ai protocolli naturopatici. In tali situazioni possono emergere e sono in effetti emerse, condizioni sgradevoli di difficile gestione che vanno da un rapporto difficile ma ancora gestibile con i medici ad una totale conflittualità in cui il medico intima perentoriamente “o lei segue le nostre cure oppure dovrà rivolgersi ad un altro ospedale”, frase che mi è stata riferita da diversi malati che poi per poter continuare a seguire i protocolli naturopatici e quindi per poter stare meglio hanno dovuto rivolgersi altrove per essere seguiti a livello medico.
Senza contare il fatto che i due trattamenti quello farmacologico se ancora necessario, e quello naturopatico, non andavano più di pari passo. Ad esempio il malato va in remissione grazie ai protocolli naturopatici ma il gastroenterologo non ha alcuna intenzione di togliere il biologico in quanto dal suo punto di vista è il farmaco che ha portato alla remissione e che quindi deve essere continuato. Con ciò omettendo di considerare che il biologico stava fallendo con peggioramento dei sintomi che poi sono migliorati solo con l'avvio dell'approccio naturopatico come mi è capitato di riscontrare in diversi casi.
Quindi ecco la discrasia ed il problema: il malato si ritrova da un lato felice e finalmente speranzoso per lo stato di remissione raggiunto o per i miglioramenti conseguiti ma dall'altro lato con un problema nel riuscire a farsi seguire a livello di monitoraggio medico tramite gli esami giusti e correttamente cadenzati nel tempo e con una corretta terapia medica (o assenza della stessa). A volte innescando conflitti con i medici poco piacevoli.
Ciò fra l'altro è abbastanza paradossale se consideriamo che i medici i quali hanno fatto il giuramento di Ippocrate, dovrebbero essere i primi a felicitarsi per le migliorate condizioni dei loro pazienti al posto di osteggiarli riguardo ad un percorso che sta dando loro miglioramenti tangibili.
Non sempre questa è la situazione in cui si ritrova il malato; sono rari ma mi sono stati riportati anche commenti da parte di gastroenterologi del tipo “bene! se il programma naturopatico funziona continui pure!” ebbene tanto di cappello direi; qui siamo di fronte a medici intelligenti che ragionano in maniera razionale, sana e nell'interesse del loro paziente. In tale atmosfera collaborativa non vi è quindi alcuna difficoltà per il paziente nel seguire i protocolli naturopatici. Si tratta però di una minoranza, per tutti gli altri era necessaria una soluzione che consentisse al malato di seguire i protocolli naturopatici ed al tempo stesso di essere seguito a livello medico in totale sintonia con i percorsi naturopatici. Qualcuno cioè che intervenisse con la prescrizione di farmaci laddove necessario con la dovuta considerazione degli effetti collaterali ed in totale coordinazione con l'approccio naturopatico conoscendo approfonditamente questi protocolli.
Non si è ancora stabilito il mese esatto ma all'inizio del 2024 il sottoscritto ed il Dr Pietro Tonelli daremo inizio a questa collaborazione per realizzare quella gastroenterologia integrata necessaria per ottenere i migliori risultati per il paziente che potrà quindi seguire i protocolli naturopatici in condizioni di massima serenità in quanto al contempo seguito anche a livello medico in maniera coordinata, sincronizzata ed in armonia. Ciò include essere seguiti con i giusti farmaci laddove necessario e con la capacità di ridurre o scalare o togliere gli stessi farmaci laddove sia la scelta corretta in base alle condizioni cliniche del paziente, in base ai marcatori infiammatori e con una consapevolezza medica circa il funzionamento ed efficacia dell'approccio naturopatico. Sta per iniziare un nuovo modo di trattare le malattie infiammatorie croniche intestinali.
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