Mesalazina a vita ed effetti collaterali
Prefazione
In questa sezione vorremmo trattare gli interrogativi che spesso molti malati di Crohn e rettocolite ulcerosa si pongono:
La Mesalazina fa male ?
La mesalazina è un cortisone ?
Dovrò continuare ad assumerre la mesalazina a vita?
Quanto dura la terapia con mesalazina?
Cosa succede se si sospende la mesalazina?
Cosa prendere al posto della mesalazina?
Quali sono gli effetti collaterali della mesalazina?
Seguono alcune risposte:
La mesalazina sotto forma di Asacol o Pentacol o Mesavancol è uno dei farmaci più utilizzati per queste malattie, ha una efficacia limitata, non è quindi il farmaco d'elezione per malattie in fase moderata / severa ma può essere utilizzato anche in tali stadi della malattia in aggiunta a biologici o immunosoppressori.
Non si tratta di un cortisonico ma di un farmaco della categoria dei salicilati come lo è l'aspirina.
Esistono diversi preparati di mesalazina in base al tratto gastroenterico su cui si desidera ottenere l'azione antinfiammatoria. Ciò che cambia non è il principio attivo ma il rivestimento che può consentire il rilascio del farmaco a PH uguale o superiore a 7 a livello del colon, PH uguale o superiore a 6 a livello del digiuno oppure a rilascio sia tempo che PH dipendente per un'azione sull'intero tratto intestino e colon.
Segue una delle molte esperienze testimoniate: quella del Sig. G.R. la quale fino ad oggi nel 2023 mette in evidenza la possibilità di limitare o evitare gli effetti collaterali della mesalazina.
"Ho 41 anni e nel 2013 ho iniziato ad avere dei dolori addominali in corrispondenza del colon ascendente. Prima di allora ho condotto sempre una vita normale e senza alcun sintomo. Ho fatto vari esami e controlli fino a quando una colonscopia di settembre 2013 evidenziava una stenosi concentrica al cieco.
Se ad un malato è stata prescritta solo la mesalazina è presumibile che si tratti di una forma lieve della malattia infiammatoria cronica intestinale, mentre se viene assunta assieme ad altri farmaci è più probabile che si tratti di una forma più aggressiva.
Cosa succede se si interrompere la mesalazina? Non c'è una risposta univoca in quanto ogni stato patologico è diverso. Se parliamo di assunzione orale non abbiamo mai riscontrato grossi cambianti in negativo.
Probabilmente anche perchè i malati che noi seguiamo utilizzano sempre integratori con ottima azione antinfiammatoria. Abbiamo però notato alcuni casi di peggioramento e ritorno a perdite di sangue nelle feci interrompendo clismi di Asacol (mesalazina).
Il foglio illustrativo mette in evidenza tutti gli effetti collaterali ed indesiderati della mesalazina.
Quanto dura la terapia con la mesalazina? Secondo il foglietto illustrativo il trattamento previsto è di 4-6 settimane allungabile a seconda del giudizio e valutazione medica del singolo caso. Per un trattamento di questa durata la possibilità di incorrere in effetti collaterali è limitata mentre aumenta proporzionalmente alla durata del trattamento. In particolare le forme di allergia possono essere originate nel corso di un lungo trattamento. A livello medico si considera normale ed accettabile utilizzare tale farmaco per lunghi periodi di tempo in termini di diversi anni.
E' anche presumibile che, per quanto riguarda la formazione di calcoli e l'induzione alla tossicità renale della mesalazina, maggiore sarà il tempo di esposizione dell'organismo al farmaco e maggiori saranno le probabilità di incorrere in tali effetti collaterali che sono conseguenti al fatto che viene smaltito per via renale.
Non tutti coloro che assumono la mesalazina sono consapevoli del perchè gli effetti collaterali di questo farmaco andrebbero presi in considerazione.
Effetti collaterali della mesalazina
La mesalazina è un FANS cioè un farmaco antinfiammatorio non steroideo della classe dei salicilati (come l'aspirina). Tali farmaci sono noti per essere controindicati per chi ha problemi gastrici o intestinali in quanto indeboliscono le mucose favorendo la formazione di ulcere. Tale effetto dipende dal meccanismo di funzionamento della mesalazina che inibisce la sintesi di sostanze mediatrici dell'infiammazione come i leucotrieni i trombossani e le prostraglandine PGE2.
Se la mesalazina fa male alla salute è giudicabile dal bilanciamento o meno degli effetti collaterali più comuni verso i benefici ottenuti.
Queste ultime sono particolarmente importanti per comprendere gli effetti collaterali. Se è vero che le PGE2 sono prostraglandine infiammatorie è anche vero che le stesse PGE2 esercitano un'azione citoprotettiva nei confronti delle mucose gastrointestinale. Inibendo la loro sintesi la mesalazina causa un danno potenziale a tutte le mucose del tratto gastroenterico.
Questo è lo stesso danno qualitativamente che viene causato da aspirina ed altri antinfiammatori non steroidei anche se è probabile che vi siano delle differenze a livello quantitativo. Ciò potrebbe spiegare perchè la mesalazina abbia un'efficacia limitata: da un lato abbassa l'infiammazione ma dall'altra indebolisce le mucose gastroenteriche.
Tale meccanismo di funzionamento spiega i seguenti effetti collaterali tutti inerenti al tratto gastroenterico visibili nel foglietto illustrativo:
Effetti indesiderati comuni (fino ad un caso su 10):
Diarrea
Dolori addominali
Nausea vomito
Flatulenza
Addome teso
La domanda conseguente viene spontanea:
E' possibile evitare di dover assumere la mesalazina per tutta la vita ?
La risposta è positiva nell'85% dei casi. I protocolli naturopatici forniscono questi risultati.
Tali protocolli agiscono con meccanismi di funzionamento del tutto diversi rispetto alla mesalazina e senza effetti collaterali.
Tali protocolli agiscono con meccanismi di funzionamento del tutto diversi rispetto alla mesalazina e senza effetti collaterali.
Un altro malato di Crohn ritornato alla sua vita normale
Segue una delle molte esperienze testimoniate: quella del Sig. G.R. la quale fino ad oggi nel 2023 mette in evidenza la possibilità di limitare o evitare gli effetti collaterali della mesalazina.
Inizio della malattia
"Ho 41 anni e nel 2013 ho iniziato ad avere dei dolori addominali in corrispondenza del colon ascendente. Prima di allora ho condotto sempre una vita normale e senza alcun sintomo. Ho fatto vari esami e controlli fino a quando una colonscopia di settembre 2013 evidenziava una stenosi concentrica al cieco.
Tali elementi non hanno permesso al mio Gastroenterologo di poter formulare alcuna diagnosi: poteva solo sospettare che avessi il Morbo di Crohn e precauzionalmente mi ha prescritto diversi cicli con la Mesalazina (Pentacol 800).
Peggioramento e operazione chirurgica
Purtroppo i dolori sono aumentati lentamente in maniera più o meno accentuata fino a maggio del 2014.
Una sera, avendo dolori addominali e anche qualche linea di febbre mi sono deciso ad andare in pronto soccorso: dopo essere stato visitato da più dottori è arrivato il ricovero in ospedale e dopo 2 settimane di ricovero sono stato sottoposto a intervento di resezione ileocecale per una semiocclusione che nel frattempo era aumentata.
Con l'intervento e la successiva istologia è stato confermato il morbo di Crohn.
Lasciando l'ospedale i dottori mi hanno prescritto di proseguire con la mesalazina (farmaco considerato poco efficace per contrastare adeguatamente il Crohn) senza darmi alcun altro suggerimento.
Un dottore mi disse "se dovesse avere una recidiva potrà rioperarsi!!!" e "purtroppo non si può fare nulla per evitare questa cosa!".
Uscito dall'ospedale, al dolore fisico per l'intervento subito si sono aggiunti tutti i pensieri di chi si trova ad avere il destino segnato, fatto di continue ricadute e operazioni.....
Il gastroenterologo che mi ha seguito successivamente in ospedale mi diceva anche di stare tranquillo perché ormai ci sono i farmaci biologici che, in caso di riacutizzazione, sono molto efficaci e possono sistemare definitivamente anche il percorso della malattia.
Peccato che ometteva anche quelle che possono essere le conseguenze connesse all'assunzione ripetuta di immunosoppressori!!
La ricerca di una soluzione diversa
Non riuscivo a rassegnarmi a questa situazione. Starmene fermo ad aspettare l'evolversi degli eventi non fa per me: è possibile che non ci sia nulla che io possa fare per cambiare le cose o almeno per rallentare in qualche modo l'avanzata della malattia?
E così, mentre cercavo delle alternative, mi sono imbattuto nel sito del dott. Bertucci Maurizio.
Devo dire che la diffidenza verso la naturopatia era molta, sia per mia ignoranza, sia perché nel web è pieno di siti di naturopati/stregoni che propongono rimedi molto curiosi.
Il sito del dott. Bertucci invece si presenta diverso dagli altri: contiene molte schede esplicative,
approfondimenti vari e, per me fondamentale, parla del morbo di Crohn!
Inizio del percorso naturopatico
E così, dopo un mese dall'operazione, prenoto una visita nel suo studio al termine della quale decido di andare avanti.
Faccio un test delle intolleranze (individuando cibi da eliminare per un po' dalla mia alimentazione), inizio il programma naturopatico (fatto di integratori e altri prodotti specifici per il benessere dell'intestino) e una dieta priva di latte, latticini, grano e lieviti.
Il cambiamento più importante è stato per la dieta: all'inizio è stato complicato rivedere radicalmente il modo di mangiare e di fare la spesa. Fortunatamente ho avuto a fianco mia moglie che, in generale ma soprattutto per questa cosa, mi ha aiutato tantissimo. Sono stato molto rigoroso nel seguire tutte le indicazioni alimentari e terapeutiche del dott. Bertucci, continuando comunque anche le cure della medicina "tradizionale", pur dichiaratamente giudicate "palliative" dagli stessi medici.
Da luglio 2014 ad oggi (ottobre 2016), porto avanti il percorso naturopatico che nel frattempo è stato modificato secondo indicazioni precise e tarate su di me dal dott. Bertucci. Inoltre proseguo con l'assunzione della mesalazina e con i controlli periodici.
Miglioramenti
Gli ultimi esami del sangue, la calprotectina (da oltre 200 a 49) e l'ecografia delle anse intestinali illustrano chiaramente che il Crohn è silente e in fase remissiva: in questi due anni, in occasione dei vari controlli, c'è sempre stato un miglioramento costante. A livello di energie sto molto bene: conduco la mia attività lavorativa piuttosto impegnativa e gioco regolarmente a squash.
In tutta questa mia esperienza c'è solo una nota negativa: ai 2/3 gastroenterologi, che mi hanno seguito e che si sono sorpresi di trovarmi così bene, ho parlato spesso del percorso naturopatico SENZA MAI COGLIERE IL LORO INTERESSE. Preferiscono pensare a un miracolo piuttosto che cercare di indagare e capire.
Medicina e Naturopatia potrebbero integrarsi molto bene.
Grazie Dott. Bertucci per la professionalità, la competenza e la disponibilità.
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Questa dunque è stata l'esperienza di uno degli oltre 500 malati di Crohn ed RCU che si sono rivolti al sottoscritto.
Come specificato nelle ricerche pubblicate su questo sito, un'elevata percentuale di chi segue il programma fino in fondo ottiene da buoni ad ottimi risultati. Con il passare del tempo, grazie ad ulteriori ricerche ed a sempre maggiore esperienza, nuove tecniche sono state sviluppate e quelle "vecchie" di base sono state perfezionate. Ciò ha permesso di aumentare la percentuale di chi ottiene da buoni ad ottimi risultato ad oltre l'85%.
A mia volta desidero girare i miei ringraziamenti alla Bastyr University che mi ha ispirato sia nei miei studi che nelle mie ricerche. In particolare gli studi e gli scritti del Dr Josef Pizzorno mi sono stati di grande aiuto.
Qui: altre testimonianze e recensioni dai malati che hanno seguito i protocolli naturopatici per il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa.
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